martedì 30 agosto 2011

Dal calendario con i giovani sacerdoti alla patente per fare televisione

Viviamo in un momento in cui tutto appare orientato al guadagnarsi un enorme ORRORE DI COMUNICAZIONE, dalla pubblicità alla televisione, dalle canzoni alle notizie sui giornali.Vorrei invitarvi ad una riflessione chiedendovi se anche voi provate questo senso di sconcerto e meraviglia nel diffondersi di questo fenomeno dilagante.

Partiamo dalla pubblicità che sempre di più ci da esempi inqualificabili.

Per caso, avete visto lo spot di quell’auto che viene rifiutata dai potenziali clienti che si negano all’acquisto perchè l’auto, per altro bellissima, costa troppo poco? Ma come è possibile che in un momento di crisi si da spazio a simili scelleratezze, rimarcando il concetto che se costa poco, poco vale? Cosa dovranno pensare quei milioni di persone che non arrivano a fine mese e che sognano un auto così? Mi risulta come un inutile insulto. Un modo abominevole per dire non solo siete poveri, ma vedete che esistono persone che di euro ne hanno tanti e che si infastidiscono se un’auto costa poco.

Poi cosa dire della televisione. Oggi con l’avvento del digitale terreste si sono centuplicati i canali, ma con quale risultato? I grandi network propongono il peggio delle produzioni degli anni passati e si preparano per la prossima stagione nel riproporre la diciottesima serie di programmi già visti, di dubbio gusto e privi di qualsiasi ritegno. Ancora una volta vedremo Amici, Isole, cantanti bambini, sbirri come mariti, cani investigatori e cavolate simili. Per non parlare poi delle emittenti regionali o locali dove sembra di essere tornati indietro di trent’anni. Tutti vogliono fare televisione ed allora si vedono programmi che non sono degni del Burundi (con tutto il rispetto delle televisioni del Burundi che purtroppo non conosco). Cose dell’altro mondo. Pessime imitazioni di programmi già visti e rivisti, girati con i piedi, (il mio gatto sarebbe molto più bravo), dove bambine incapaci si dispiegano in balletti terrificanti per scontatissimi saggi di danza, comici falliti cercano di far ridere provocando solo conati di vomito per il turpiloquio che inonda il povero ascoltatore e teatranti di strapazzo che uccidono qualche commedia.

Credo che bisognerebbe correre ai ripari imponendo a chi vuole fare televisione, come a chi guida una autovettura, una patente ed una prova all’etilometro.

Purtroppo però il massimo che mi è capitato sono dei filmacci scovati in discariche cinematografiche, in cui solo un topo di fogna ubriaco li avrebbe cercati: Banfi scosciato, Merola incandescente e camorrista, ed altre delizie del genere. Che Dio li perdoni.

Le brutture e gli orrori però non si fermano qui. Il peggio del peggio mi è capitato di vederlo a Roma in Borgo Pio (adiacente alla città del Vaticano) dove, in bella mostra in tantissimi negozi di articoli religiosi, ho visto il calendario con i sacerdoti. Si, un calendario con 12 foto di “BONAZZI”, scusatemi il termine giovanile, sacerdoti con lo sfondo dei più suggestivi scorci della papale città.Fonte: http://www.calendarioromano.org/06.html

Mi sono chiesto chi possa avere immaginato una idea di così cattivo gusto. Chi comprerà mai un calendario simile? Chi oserà essere cosi blasfemo? Non mi meraviglierei se prossimamente si stampasse un calendario con le suore o con il Papa nella sua intimità.

Continua… (scriverò di Giornali, canzoni ed onoranze funebri)

Giuseppe Maria Galliano