con avviso telefonico.
Che ormai la comunicazione interpersonale, si sia ridotta al minimo è un dato scontato, ma che si dovessero usare, i cartelli, come nei fumetti, con scritto “Bla Bla” per comunicare è veramente drammatico.
O, peggio ancora , che si dovesse comunicare, una paternità tramite telefono, a padri devastati, che vagano o riposano, in un ambiante post moderno, da incubo da “giorno dopo” , per poi vederli correre, verso una ignota meta, nel peggiore degli incubi Felliniani, gridando al nulla il loro essere divenuti padri.
Ma di chi? Perché? Quale futuro per questo povero figlio o figlia, che verrà al modo in questa terra, ormai ridotta al silenzio e alla mortificazione della parola.
Non si dialoga più, non ci si comprende più, la Babele mediatica ha confuso i linguaggi ed ormai se si dice “no” gli altri comprendono “si” e viceversa . Si urla, si sbraita, si accavallano le voci in una confusione totale.
Ma li avete mai ascoltati, i ragazzi, quando conversano tra di loro?
“Amò” è la parola più ricorrente, appaiono tutti, come personaggi di un film di Verdone, caricature di se stessi, inconsapevoli buffoni, che raccontano concetti che neanche conoscono.
Frasi banali, scontate, stereotipate, sempre le stesse , in una monotona cantilena, da nord a sud con la sola variante, di dialettali interpretazioni.
Grazie alla televisione, alla massificazione dell’informazione , che più delle volte è disinformazione, si è prodotto un gigantesco lago di melma, fatto di parole perdute e concetti ormai putrefatti.
Non si legge più, il libro è divenuto un oggetto misterioso, destinato a sacerdoti di un culto misterico e ermetico i cui adepti, si chiamano tra loro” lettori” nascondendosi per non essere individuati ed essere sbeffeggiati ,derisi per la loro non modernità.
La scuola è sempre più devastata e prepara sempre meno:
ma li avete visto i professori? Si fa per dire “professori”, demotivati, ignoranti, disinteressati ed arroganti, burocrati che passano il loro tempo, nel compilare moduli, creati da un sistema politico che , invece della cultura , vuole solo l’imbastardimento delle masse.
Quanti giovani che valgono, sono sati rovinati da questi “beoti”chiamati docenti.
Incapaci di capire, incapaci di andare oltre , capaci solo l’attendere il fine mese, per prendere l’agognato stipendio, che solo uno stupido sistema, permette di erogare senza alcuna verifica sulle capacità del così detto “docente.”
Ma vi ricordate l’etimologia di docente? Come siamo lontani dal suo significato reale.
Per fortuna, la vita , fuori dalla scuola è un’altra cosa, ed ho visto premiare, quei giovani che ha malefica scuola aveva marchiato.
Ho visto, chi andava male, perché non capace di eseguire un noiosissimo ed inutile scrittura in “Basic”, per poi divenire , titolare di aziende che operano nel “mondo vero dell’informatica” divenendo, grandi posizionatori web e conoscitori dei segreti dei sistemi di sicurezza delle reti.
O giovani che, troppo vivaci e chiacchieroni, periodicamente venivano, messi fuori dalla porta, che collezionavano rapporti, poi divenire dei grandi direttori commerciali di multi nazionali e che ora fortunatamente, guadagnare cento volte di più, di quel professore che non aveva capito niente e che ora si gode la sua meritata pensione immune dalle conseguenze dei disastri prodotti.
Ma non esiste un reato di “falsa docenza” e quindi nessuno purtroppo li potrà perseguire.
Ma per fortuna, esiste una giustizia divina, e prima o poi qualcosa cambierà.
Altrimenti ci ritroveremo tutti, con i nostri fumetti a fare “Bla Bla” ed urlare al mondo la nostra paternità dopo una laconica telefonata.
Giuseppe Maria Galliano
O, peggio ancora , che si dovesse comunicare, una paternità tramite telefono, a padri devastati, che vagano o riposano, in un ambiante post moderno, da incubo da “giorno dopo” , per poi vederli correre, verso una ignota meta, nel peggiore degli incubi Felliniani, gridando al nulla il loro essere divenuti padri.
Ma di chi? Perché? Quale futuro per questo povero figlio o figlia, che verrà al modo in questa terra, ormai ridotta al silenzio e alla mortificazione della parola.
Non si dialoga più, non ci si comprende più, la Babele mediatica ha confuso i linguaggi ed ormai se si dice “no” gli altri comprendono “si” e viceversa . Si urla, si sbraita, si accavallano le voci in una confusione totale.
Ma li avete mai ascoltati, i ragazzi, quando conversano tra di loro?
“Amò” è la parola più ricorrente, appaiono tutti, come personaggi di un film di Verdone, caricature di se stessi, inconsapevoli buffoni, che raccontano concetti che neanche conoscono.
Frasi banali, scontate, stereotipate, sempre le stesse , in una monotona cantilena, da nord a sud con la sola variante, di dialettali interpretazioni.
Grazie alla televisione, alla massificazione dell’informazione , che più delle volte è disinformazione, si è prodotto un gigantesco lago di melma, fatto di parole perdute e concetti ormai putrefatti.
Non si legge più, il libro è divenuto un oggetto misterioso, destinato a sacerdoti di un culto misterico e ermetico i cui adepti, si chiamano tra loro” lettori” nascondendosi per non essere individuati ed essere sbeffeggiati ,derisi per la loro non modernità.
La scuola è sempre più devastata e prepara sempre meno:
ma li avete visto i professori? Si fa per dire “professori”, demotivati, ignoranti, disinteressati ed arroganti, burocrati che passano il loro tempo, nel compilare moduli, creati da un sistema politico che , invece della cultura , vuole solo l’imbastardimento delle masse.
Quanti giovani che valgono, sono sati rovinati da questi “beoti”chiamati docenti.
Incapaci di capire, incapaci di andare oltre , capaci solo l’attendere il fine mese, per prendere l’agognato stipendio, che solo uno stupido sistema, permette di erogare senza alcuna verifica sulle capacità del così detto “docente.”
Ma vi ricordate l’etimologia di docente? Come siamo lontani dal suo significato reale.
Per fortuna, la vita , fuori dalla scuola è un’altra cosa, ed ho visto premiare, quei giovani che ha malefica scuola aveva marchiato.
Ho visto, chi andava male, perché non capace di eseguire un noiosissimo ed inutile scrittura in “Basic”, per poi divenire , titolare di aziende che operano nel “mondo vero dell’informatica” divenendo, grandi posizionatori web e conoscitori dei segreti dei sistemi di sicurezza delle reti.
O giovani che, troppo vivaci e chiacchieroni, periodicamente venivano, messi fuori dalla porta, che collezionavano rapporti, poi divenire dei grandi direttori commerciali di multi nazionali e che ora fortunatamente, guadagnare cento volte di più, di quel professore che non aveva capito niente e che ora si gode la sua meritata pensione immune dalle conseguenze dei disastri prodotti.
Ma non esiste un reato di “falsa docenza” e quindi nessuno purtroppo li potrà perseguire.
Ma per fortuna, esiste una giustizia divina, e prima o poi qualcosa cambierà.
Altrimenti ci ritroveremo tutti, con i nostri fumetti a fare “Bla Bla” ed urlare al mondo la nostra paternità dopo una laconica telefonata.
Giuseppe Maria Galliano
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