lunedì 25 aprile 2011

Svelato il mistero del pianto dei crocieristi

Un tempo il termine crociera faceva venire in mente ricchi personaggi e stupende donne abbigliate da sera , cene di gala con il comandante ( dall’aspetto di Capitan Findus) , musica raffinata e cucina da guida gastronomica. Poi mi è capitato di andare in crociera è tutto di colpo è cambiato.Mi sono ritrovato in un carnaio umano, con una sensazione di smarrimento e di perdita di identità Persone mal vestite, sudate e oscenamente grasse, piccole bagnarole che venivano definite piscine ed una musica assordente degna di un luna Park di infimo ordine ed una animazione da villaggio turistico per coatti di Centocelle. Ma dove erano finite le immagini della mia fantasia? Non ho mai visto il comandante, ma solo filippini, Onduregni, ed altri popoli sconosciuti, vestiti da camerieri ed altro, che non conoscevano neanche una parola d’italiano.( non ho nulla contro questi popoli, anzi provo per loro una grande simpatia) ma un corso di Italiano sarebbe stato il minimo che la compagnia avrebbe potuto offrire loro. Un vero incubo poi, la mancanza totale di indicazioni comprensibili, per potersi districare nell’assurdo labirinto della nave. Altra cosa inquietante, le ascensori, con le pareti ricoperte di specchi che, per chi come me, non ama specchiarsi, anzi lo evita, sono sati una vera e propria sala di tortura. Descrivere il cibo è difficilissimo: insipido, scialbo, da casa di riposo.Per non parlare delle resse per fare le file al buffet , tipo mensa dei ferrovieri, per ricevere poi delle “ cose” improponibili. Il massimo si è però raggiunto, con una portata di “ cosciotto d’agnello” che sinceramente a noi poveri commensali è sembrato più che altro un vecchio caprone puzzolente. Ma la cosa più terribile è stata la temperatura Africana che regnava nella nave. Non si respirava, non vi era ventilazione, si soffocava e l’unico refrigerio era uscire sul ponte alto dove, in una solitudine da pre suicidio, si poteva finalmente respirare. Ora capisco, perché in alcuni spot si vedono questi signori e queste signore che all’improvviso piangono e cadono in stati depressivi: semplice ricordano il loro periodo a bordo… ed allora l’incubo vissuto ritorna.

Forse … anche loro, ricordano il magico momento, ( vissuto anche da me) , quando finalmente dopo essere sbarcati, hanno baciato il natio suolo, giurando di non fare mai più una crociera.

1 commento:

Projects and Solutions -Salerno ha detto...

Infatti, ogni qualvolta ho immaginato di fare una crociera ho desistito poichè temevo fosse proprio così come l'ha descritta!